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sabato 30 aprile 2011

Piazza Fontana, risarcito 42 anni dopo

Piazza Fontana, superstite risarcito. La notizia giunge da Imperia. Ben quarantadue anni dopo la strage di piazza Fontana, un sopravvissuto dovra' essere risarcito. Il giudice del lavoro del tribunale di Imperia, Enrica Drago ha accolto il ricorso di Roberto Antonucci Prina, 71 anni, all'epoca dell'attentato cassiere della Banca Nazionale dell'Agricoltura di Milano. L'uomo, che soffre di disturbi post trauma e di stress cronico, come accertato dalle perizie, dovra' ricevere dal ministero dell'Interno 162 mila euro oltre a un vitalizio mensile e dall'Inps 355 mila euro. La Strage di piazza Fontana fu conseguenza di un grave attentato terroristico avvenuto il 12 dicembre 1969 nel centro di Milano.
L'esplosione avvenne alle 16:37, una bomba esplose nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana, provocando la morte di diciassette persone ed il ferimento di altre ottantotto. Per la sua gravità e rilevanza politica, tale strage ha assunto un rilievo storico primario venendo convenzionalmente indicata quale primo atto della strategia della tensione.
Una seconda bomba fu rinvenuta inesplosa nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in piazza della Scala, furono fatti i rilievi previsti, e successivamente fu fatta brillare, distruggendo in tal modo elementi probatori di possibile importanza per risalire all'origine dell'esplosivo e a chi avesse preparato gli ordigni. Una terza bomba esplose a Roma alle 16:55 dello stesso giorno nel passaggio sotterraneo che collegava l'entrata di via Veneto con quella di via di San Basilio della Banca Nazionale del Lavoro, ferendo tredici persone. Altre due bombe esplosero a Roma tra le 17:20 e le 17:30, una davanti all'Altare della Patria e l'altra all'ingresso del museo del Risorgimento, in piazza Venezia, facendo quattro feriti.Si contarono dunque cinque attentati terroristici nel pomeriggio dello stesso giorno, concentrati, tra il primo e l'ultimo, in un lasso di tempo di soli 53 minuti, a colpire contemporaneamente le due maggiori città d'Italia, Roma e Milano.
Sebbene la vicenda sia tuttora oggetto di controversie, le responsabilità di questi attacchi possono essere ricondotte a gruppi eversivi di estrema destra, che miravano a un inasprimento di politiche repressive e autoritarie tramite l'instaurazione di un clima di tensione nel paese.

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