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mercoledì 11 maggio 2011

Turchia choc, politici: video hard

La Turchia si sveglia con uno scandalo senza precedenti nel Paese. ora un nuovo video incastra due esponenti di spicco della terza forza politica del paese, il Partito del Movimento Nazionalista (Mhp), concorrente minore dell'Akp del premier Recep Tayyip Erdogan cui contende elettori di centrodestra islamici moderati e soprattutto un pesante pacchetto di deputati in parlamento. È la terza ondata di «Kasetler» le «cassette» video che hanno condizionato la vita politica e ora la campagna elettorale turca. Quasi un anno fa, Deniz Baykal l'allora capo del Chp, il principale partito di opposizione, si era dovuto dimettere a causa di un video che mostrava l'ultrasettantenne mentre si rivestiva dopo quello che si intuiva essere stato un incontro d'amore con la sua - peraltro quasi cinquantenne - segretaria personale (e deputata). Troppo per la Turchia del puritanesimo islamico che non tollera il porno neanche su internet. E richieste di dimissioni si stanno levando ora anche per Devlet Bahceli, il capo dell' Mhp colpito per la seconda volta in meno di una settimana da un video a luci rosse: in quello in circolazione da sabato, secondo le caste descrizioni della stampa, si vedono il numero due partito, Bulent Didinmez, e un ex leader provinciale di Istanbul in compagnia di studentesse universitarie in una camera d'hotel. Fonti informate ad Ankara sostengono addirittura che le ragazze fossero minorenni (16-17 anni) e confermano che vi sia stato del sesso. Già mercoledì due deputati del partito si erano dovuti dimettere dopo essere apparsi in video, visibilmente ubriachi, sbaciucchiarsi con due donne. Uno dei due era stato anche pizzicato mentre, in una quotidiana visita ad un bordello, rivelava alla sua occasionale compagna quanto lo avrebbe «eccitato» vederla col velo islamico sul capo. Bahceli, in un'irato comizio, ha contrattaccato accusando il partito islamico-moderato «Giustizia e sviluppo» (Akp) di Erdogan di essere responsabile della diffusione dei video compromettenti, circostanza negata dal vicepremier Bulent Arinc. Anche l'attuale leader del Chp, il compassato Kemal Kilicdaroglu, ha in sostanza addossato all'Akp la «responsabilità» di diffondere i video e di sfruttarne l'impatto sull'elettorato: la «nuova attività di Erdogan, ha detto ieri ad un comizio, »è guardare le cassette che sbirciano sotto le gonne«. Autorevoli analisti, e quotidiani come Milliyet, accreditano l'esistenza di una campagna contro i nazionalisti spiegandola col tentativo di tenere la formazione sotto la soglia di sbarramento del 10% e quindi fuori dal parlamento, facendo aumentare così i seggi assegnati anche al partito di maggioranza, l'Akp di Erdogan, al governo con un esecutivo monocolore e - secondo tutti i pochi sondaggi pubblicati - sicuro vincitore anche delle prossime elezioni. Il tema delle »cassette« viene usato del resto dallo stesso Erdogan in una maniera che fa perdere le staffe anche al suo avversario Kilicdaroglu, soprannominato »Gandhi« per la sua mitezza: il premier e leader dell'Akp ha detto di recente che »Kilicdaroglu è il leader delle (sexy) cassette. Non sarebbe qui se non ci fosse stata una cassetta« (quella che incastrò il suo predecessore).

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